Una guerra può essere combattuta in diversi modi, ma se lo scopo è l'uso intenzionale della violenza indiscriminata per generare paura e terrore, non curandosi neppure minimamente anche degli effetti collaterali ci troveremo a dover fare i conti con almeno 4 tipologie di guerre combattute con altrettante tipologie di armi. Quelle chimiche, biologiche, nucleari e quelle ad alto impatto esplosivo.
In questa prima parte della trattazione, attraverso cinque capitoli sulla base dei possibili agenti chimici impiegati, tenterò di fare chiarezza su alcune tipologie di Armi Chimiche, alias (CW). In seguito ci occuperemo di quelle biologiche, nucleari ed a alto impatto esplosivo.
Durante la prima guerra mondiale vi fu un uso diffuso di armi chimiche che provocò molti morti, sia militari che civili. Le atrocità subite da tutte le parti di questo conflitto portarono al Protocollo di Ginevra del 1925, che proibiva l'uso di armi chimiche e biologiche in guerra. Ciò nonostante, ad esempio, le forze irachene hanno utilizzato neurotossine organofosfate contro diversi obiettivi nel 1987-1988 durante la guerra con la Repubblica islamica dell'Iran su obiettivi sia militari che civili mentre nel 2017 il governo siriano è stato accusato di aver usato agenti nervini e munizioni al cloro contro la città di Khan Sheikhoun nella guerra civile in corso. Senza dimenticare l’impiego di napalm in Vietnam e tabun in Corea da parte dell’Amministrazione USA che di certo, almeno, non potevano essere classificati come “semplici” esplosivi a base di polvere da sparo.
In linea generale le armi chimiche possono essere disperse in forma gassosa, liquida ed anche solida e gli agenti chimici utilizzati sono variamente classificati, per cui, senza avventurarmi in definizioni quali una elencazione affidabile e neutrale, cercherò di fare un debito distinguo proprio sulla base degli agenti chimici impiegati, che già di per se stessi costituiscono un qualcosa di abietto quanto disgustoso e sgradevole. Ed è esattamente lo scopo che mi sono prefisso, dal momento che il disgusto rientra nel novero delle emozioni primarie al pari di paura, rabbia, gioia, sorpresa e tristezza. e che inconsciamente attira l’attenzione come meccanismo di auto difesa da un qualcosa di cui si teme di poter essere “aggrediti”. Il sentiment delle persone viene messo a nudo, e proprio per questo motivo sarebbe auspicabile non scrivere castronerie, soprattutto quando basta un nonnulla per alimentare una generale confusione. Ohibò…che le bombe al fosforo siano considerate, non proprio dal primo venuto, armi chimiche non vi suggerisce nulla? Ma tant’è!
Agenti Soffocanti alias Choking Agents: Gli agenti soffocanti furono impiegati prima dall'esercito tedesco e poi dalle forze alleate nella prima guerra mondiale. Il primo uso massiccio di armi chimiche in quel conflitto avvenne quando i tedeschi rilasciarono il cloro sotto forma di gas riversando migliaia di bombole lungo un fronte di 6 km (4 miglia) a Ypres, in Belgio, il 22 aprile 1915. Il Cloro infatti può essere pressurizzato e raffreddato per essere trasformato in un liquido adatto ad essere trasportato ed immagazzinato. Quando il Cloro liquido viene rilasciato, si trasforma subito in un gas a rapida dispersione che rimane sospeso a pochi metri dal suolo ( https://www.britannica.com/science/chlorine). Si formò così una nuvola chimica giallo-verdastra dispersa dal vento che aprì una sorta di grande breccia tra le linee delle unità francesi e algerine che ovviamente si ritrovarono impreparate. Meno ovvio che lo fossero stati anche i tedeschi che non furono in grado di sfruttare l'apertura, dando così il tempo a francesi e algerini di portare nuovi rinforzi sulla linea del fuoco. Nel tempo e con il proseguire del conflitto iniziò una gara a chi avrebbe padroneggiato al meglio le nuove tecniche per l’utilizzo di agenti soffocanti promuovendo al contempo l’impiego di più o meno adeguate misure protettive.
Oltre al Cloro, tra gli Agenti Soffocanti maggiormente impiegati, si annoverano, Cloropicrina (PS), Difosgene (DP), Fosgene (CG) responsabile di circa l'80 per cento di tutti i decessi causati dalle armi chimiche durante la prima guerra mondiale, Ossidi di Azoto (NO), Anidride Solforosa (SO2), Etildiclorasina e Perfluoroisobossilene.
Detta qualcosina a proposito del Cloro, due paroline possono anche essere spese per il Fosgene (CG) e la Cloropicrina (PS).
Il primo venne sintetizzato per la prima volta nel 1812 dal medico e chimico britannico John Davy. Fin da subito fu considerato un componente importante per la produzione di coloranti e pesticidi.
Durante la prima guerra mondiale però, il fosgene assurse alla ribalta poiché venne proposto come una sofisticata alternativa al gas cloro. Al contrario di questo, provocava una minor tosse, favorendo conseguentemente una maggiore possibilità di poter essere inalato. In ambito militare si giunse anche alla formulazione della cosiddetta miscela conosciuta con il nome di “stella bianca”, costituita da volumi uguali di cloro e fosgene, in cui il cloro aiuta a diffondere il fosgene che pur essendo più denso può risultare estremamente più tossico. Più recentemente, durante la guerra civile dello Yemen del Nord del 1962-1970, anche i soldati egiziani hanno impiegato bombe e proiettili di artiglieria al fosgene contro civili yemeniti e truppe militari.
Il chimico scozzese John Stenhouse invece, sintetizzò per la prima volta la cloropicrina nel 1848. Sebbene non letale come altri agenti soffocanti, la cloropicrina, che può essere utizzata anche come agente antisommossa, provoca vomito grave ed eccessiva lacrimazione. Nel 1917 le truppe tedesche usarono proiettili alla cloropicrina contro i soldati italiani, aggiungendo occasionalmente fosgene per lanciare attacchi in grado di indurre pesanti danni. Fedeli al passaggio del Vangelo in cui si suggerisce “porgi l’altra guancia”, le forze alleate reagirono formulando un proprio cocktail a base di cloropicrina e acido stannico che, in quanto a creare voluminose nubi di gas tossico lungo le linee nemiche, non ha certamente sfigurato.
In generale comunque, gli agenti soffocanti possono agire sia in forma liquida che gassosa o aerosolizzata. Nella loro forma gassosa, agiscono principalmente irritando, aggredendo le mucose, il naso, la gola, le vie aeree ed i polmoni, sino ad indurre anche la formazione di un edema. E questo perché l’agente tossico, attivando il sistema immunitario, provoca l'accumulo di liquidi nei polmoni, che possono causare la morte per asfissia o manifestare una marcata carenza di ossigeno nel caso i polmoni fossero gravemente danneggiati. L'effetto, una volta che un individuo risulta esposto può essere immediato o richiedere fino a tre ore per manifestarsi con chiarezza.
A voler essere pignoli, possiamo ulteriormente fare alcuni distinguo. Il gas sviluppato dal cloro, ad esempio, essendo a temperatura ambiente denso, verdastro e relativamente insolubile in acqua, se inalato, innesca una reazione per cui l'acqua contenuta nel nostro corpo riesce ad ossidare il gas di cloro per produrre acido ipocloroso (HClO). L’HClO penetra nelle cellule e interferisce con le proteine sino a degradare le strutture cellulari.
La cloropicrina, invece, è un liquido incolore, altamente volatile e con un caratteristico odore particolarmente acuto. Quanto potente ossidante, è in grado di reagire velocemente con l’alluminio, il magnesio e le leghe a questi associate, producendo un gas tossico e corrosivo mentre il fosgene, incolore come la cloropicrina, pur essendo un gas viene spesso trasportato in forma liquida con il rischio che possa entrare in contatto con la pelle o gli occhi.
Il fosgene liquido reagisce fortemente in presenza di acqua e ammoniaca per produrre rispettivamente acido cloridrico o urea. Fortunatamente evapora rapidamente dalla pelle, consentendo così un'efficace decontaminazione con l'acqua.
Sintomatologicamente infliggono lesioni principalmente alle vie respiratorie, irritando il naso, la gola e soprattutto attaccano il tessuto polmonare ed in particolare gli alveoli, causando principalmente costrizione toracica, irritazione cutanea, laringospasmo, irritazione delle mucose, mancanza di respiro, respiro sibilante ed infine edema polmonare. Sebbene gli agenti soffocanti siano destinati ad essere più “debilitativi” che letali, dosi molto elevate di cloro, fosgene o cloropicrina possono causare una morte rapida. L'esposizione a 1000 ppm di cloro, ad esempio, è fatale dopo poche profonde inalazioni. Gli aspetti medici da gestire in caso di esposizione, non sono certamente pochi e dipendono dalla gravità del quadro clinico. Occorre innanzitutto gestire al meglio le copiose secrezioni, somministrare il prima possibile l’ossigeno e nei casi più gravi intubare il paziente per trattare l'edema polmonare con la ventilazione meccanica (anche non invasiva) applicando un livello di PEEP correlato alla gravità della ARDS (cioè una PEEP più bassa nella ARDS lieve ed una più elevata nella ARDS grave) per mantenere una pO2 superiore a 60 mm Hg. Nel caso di esposizione agli NO l’impiego di steroidi ad alte dosi per il trattamento dell'edema polmonare è fondamentale.
Un aspetto da non sottovalutare è quello della “decontaminazione”, parimenti importante rispetto al trattamento medico.
Rappresenta un passaggio fondamentale per mitigare gli effetti degli agenti soffocanti. Coloro che entrano in contatto fisico con cloro, fosgene o cloropicrina dovrebbero togliersi immediatamente i vestiti, assicurandosi di tagliare gli indumenti contaminati. Gli indumenti devono quindi essere sigillati in sacchetti di plastica per l'ispezione e la rimozione da parte delle autorità sanitarie. Gli individui esposti dovrebbero anche sciacquare la pelle con acqua e sapone, rimuovere i gioielli e smaltire le lenti a contatto.
A scopo preventivo, una buona maschera antigas protettiva rappresenta la migliore difesa contro gli agenti soffocanti.
Nel prossimo post dedicato, prenderemo in considerazione un’altra tipologia di Armi Chimiche, ossia quelle che utilizzano gli Agenti Blister.