I ricercatori del City of Hope Hospital di Los Angeles hanno individuato il meccanismo alla base di una chemioterapia orale che è già in fase di test sugli esseri umani, aggiungendo “peso” al pacchetto di dati pre clinici alla base del potenziale del farmaco, nei confronti di una serie di tumori solidi.
Per chi volesse approfondire l’argomento, posto il link di riferimento più esaustivo: https://www.cell.com/cell-chemical-biology/fulltext/S2451-9456(23)00221-0?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS2451945623002210%3Fshowall%3Dtrue
Per farla semplice, facendo una similitudine, la pillola “killer” anti tumorale funzionerebbe come una tempesta di neve che fa chiudere un aeroporto. Una similitudine che è stata proposta da una delle autrici senior dell’articolo, Linda Malkas Ph.D., il cui laboratorio presso il City of Hope ha sviluppato il farmaco per poi concederlo in licenza* a RLL-LLC, una start-up biotecnologica che ha co-fondato con le seguenti parole: “il PCNA (antigene nucleare delle cellule proliferanti proteiche) è come un importante hub aereo contenente più gates. I dati suggeriscono che il PCNA è alterato in modo univoco nelle cellule tumorali e questo fatto ci ha permesso di progettare un farmaco mirato esclusivamente alla forma mutata (l’alterato di cui sopra). La nostra pillola anti tumorale è come una tempesta di neve che chiude questo hub aereo chiave, interrompendo tutti i voli in entrata ed in uscita solo per quegli aerei che trasportano cellule tumorali".
Più nello specifico, nello studio pubblicato il 1 agosto su Cell Chemical Biology, i ricercatori hanno dimostrato come la molecola AOH1996 sviluppata come già detto dal City of Hope Hospital di Los Angeles prenda di mira una tipologia cancerogena della proteina nota appunto come PCNA. La terapia è stata in grado di debellare le cellule tumorali di oltre 70 diverse linee di cellule tumorali solide, sulla base di nuovi studi pre-clinici su modelli animali che hanno finora dimostrato la sua efficacia nella lotta contro le cellule cancerose comprese quelle causate da tumori al seno, alla prostata, al cervello, al collo dell'utero, alle ovaie, alla pelle e ai polmoni. Questo studio ha dimostrato che l'AOH1996 sarebbe in grado di sopprimere le cellule tumorali interrompendo il ciclo riproduttivo cellulare, inibendo in particolare i conflitti tra trascrizione e replicazione, un fenomeno che si verifica quando i due meccanismi cellulari critici responsabili dell'espressione genica e della duplicazione del genoma entrano in collisione tra loro nella stessa posizione genomica. Ciò porta allo stress della replicazione del DNA, all'instabilità del genoma e, in definitiva, può dare origine al cancro.
Prendendo di mira il PCNA mutato con AOH1996, i ricercatori hanno impedito alle cellule con DNA danneggiato di dividersi lasciando intatte le cellule normali, come dimostrato dagli studi sugli effetti del farmaco sulle cellule staminali sane.
In un comunicato stampa, l'autore principale dello studio, Long Gu, Ph.D. ricercatore presso il City of Hope ha dichiarato: “Abbiamo scoperto che il PCNA è una delle potenziali cause dell'aumento degli errori di replicazione dell'acido nucleico nelle cellule tumorali. Ora che conosciamo l'area problematica e possiamo inibirla, scaveremo più a fondo per comprendere il processo per sviluppare farmaci antitumorali più personalizzati e mirati".
AOH1996 è attualmente valutato in uno studio clinico di fase 1 presso il City of Hope (https://classic-clinicaltrials-gov.translate.goog/ct2/show/NCT05227326?titles=AOH1996&draw=2&rank=1&_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc). I pazienti eleggibili includono adulti con tumori solidi che non hanno trovato trattamenti standard efficaci, ai quali verrà chiesto di assumere il farmaco sotto forma di pillola due volte al giorno. Tuttavia, alcune evidenze dello studio attuale suggeriscono come l’AOH1996 abbia anche reso le cellule tumorali più suscettibili agli agenti chemioterapici che agiscono inducendo danni al DNA o ai cromosomi, come il farmaco cisplatino. Ciò significa che la terapia potrebbe essere una potenziale candidata per regimi di terapia combinata.
Ora non resta che attendere i prossimi sviluppi, al di là delle aspettative che i grandi media hanno prontamente contribuito a creare, cosa che certamente non avverrà a breve termine.
Il minimo sindacale sarebbe quello di lasciare studiare, al netto di qualsiasi genere di “pressione”, i chimici farmaceutici e tutti gli altri specialisti che si adoperano nella scoperta di nuovi farmaci e che da anni lavorano nel settore. Piaccia o meno sono gli unici ad essere nella posizione ideale per sapere cosa cercare e cosa evitare. Sfruttare al meglio gli strumenti moderni a loro disposizione, in unione alle capacità e alle competenze sviluppate in passato in più programmi di ottimizzazione dei lead, renderà più probabile il successo.
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