venerdì 30 giugno 2023

STRADIVARI E SCIENZA: I SEGRETI NASCOSTI DI UN “MAESTRO”.


Antonio Stradivari passò alla storia come il creatore di alcuni degli strumenti a corda dal suono migliore che siano mai stati

realizzati. Degli oltre 1.100 violini, violoncelli, viole, chitarre e arpe che ha realizzato durante la sua vita (1644-1737), ne sono rimasti circa 650. Una “leggenda” narra che Stradivari scegliesse a mano gli abeti rossi per fabbricare i suoi violini in base al suono che producevano quando li colpiva con un martello. Uno studio più recente sostiene che Stradivari abbia imparato il mestiere da Nicola Amati. Tuttavia, la prova tangibile che collega i due liutai si basa su di un singolo violino Stradivari recante l'etichetta Antonius Stradivarius Cremonensis Alumnus Nicolaij Amati, Faciebat Anno 1666.


Lo scorso anno, grazie a questo studio,(Dendrochronologia 2022, DOI: 10.1016/j.dendro.2022.125960), si è riusciti in primo luogo a confermare, grazie ad una approfondita analisi dendrocronologica (per farla breve, studio degli anelli di accrescimento degli alberi, una sorta di impronta digitale), che entrambi i liutai utilizzavano il legno di uno stesso albero. Ciò non chiarisce però se i due abbiano mai lavorato insieme. Infatti si potrebbe anche pensare che più semplicemente forse abbiano semplicemente acquistato il legno dallo stesso fornitore.


Ecco perché una accurata revisione dell'American Chemical Society sull’argomento, sta indagando se ciò che ha reso straordinario il suo lavoro tragga origine dai trattamenti chimici, quali l’impiego di borace, zinco, rame e allume insieme all'acqua di calce e dalle finiture che applicò su quella determinata tipologia di legno che utilizzò.

Alcuni studi hanno recentemente fatto riferimento ad uno strato posto al di sotto della vernice destinato a levigare il legno (quindi migliorarne il suono). Tuttavia la sua composizione è ancora parzialmente oggetto di controversie. Esaminando quel sotto strato su due violini su scala nanometrica, impiegando la spettroscopia a infrarossi e la microscopia a forza atomica (AFM-IR), si sono rilevate tracce di proteine animali (Anal. Chem. 2022 DOI: 10.1021/acs.anal​chem.2c02965).

Si tratta di minuscole macchie con inconfondibili segnali IR proteici su entrambi i violini, appena assorbiti nella prima fila di cellule del legno. lo spettro IR assomiglia al collagene o alla caseina, quindi è probabile che la proteina provenga da una specie di colla di origine animale. E la ricerca ed il “mistero”…continuano.


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