venerdì 3 giugno 2022

TRA IL DEBUNKING DEL LATTE ARTIFICIALE, INFLUENCER E GLI SFORZI PER RENDERLO SEMPRE PIU’ SIMILE A QUELLO UMANO.


Non so quanti di voi ricorderanno il post di Chiara Ferragni che pubblicizzava anni fa il latte artificiale, e che a seguito delle infinite polemiche scatenatesi, venne successivamente rimosso. Infatti, su quel post, rigorosamente scritto in lingua inglese, (presumo che avesse un suo perché), si riversarono come uno tzunami, commenti dai toni che faccio fatica a definire “duri”, e che rammentavano alla neo-mamma come, In Italia (e lo sottolineo) fosse illegale dal 2009 pubblicizzare latte in polvere per bambini piccoli. Va anche ricordato però che, ad esempio negli Stati Uniti, non esistono leggi che regolano questo tipo di pubblicità, anzi! ( https://www-fda-gov.translate.goog/news-events/press-announcements/fda-encourages-importation-safe-infant-formula-and-other-flexibilities-further-increase-availability?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=op,sc). Lungi dal sottoscritto impelagarmi in questioni legali, per cui necessiterei di un corso di alfabetizzazione, e benché lessi a suo tempo come, in riferimento ad eventuali “provvedimenti”: «esperti contattati hanno affermato che è difficile stabilire con esattezza i conflitti di competenze, visto che Ferragni & partner vivono tra Italia e Usa e si tratta di rebus giuridici complicati da sciogliere anche per i giudici eventualmente chiamati a pronunciarsi», e premesso che la nota influencer non necessita certamente di alcun avvocato difensore, mi domando perché ai più, non balenò anche solo l’ipotesi, che la Sig.ra Ferragni, molto semplicemente, avesse tentato senza ricorrere ad ambigui battibecchi ad personam e “naturalmente” senza ottenere alcun successo, di porre l’attenzione su un argomento molto “sensibile”. 

Del resto quante sono le cose che si leggono in giro da far venire la pelle d’oca e che vengono sostenute a prescindere come fossero Vangelo? Ma niente! Pare proprio che promuovere temi senza dividersi tra noi e loro, tra buoni e cattivi, sia impresa titanica. Ed allora, provocatoriamente mi domando quand'è che con un post  e con una semplice frase, peraltro scritta in quella lingua secondo la quale non mancano argomentazioni scientifiche da parte di esperti e studiosi del settore, diventa ingannare il pubblico? E per chi facesse fatica a comprendere, è probabile che la menzione del nome commerciale di un prodotto, nelle modalità in cui è avvenuta, rappresenti soltanto una virgola, all’interno di un contesto su cui varrebbe la pena dibattere, confrontarsi e magari, perché no, aggiornarsi e documentarsi. Non credo sia utile a nessuno compiacersi di feticci ideologici, vantandosi di avere la Verità in mano, senza lasciare spazio al dubbio o alle altre motivazioni. 


Ciò detto, ma è proprio vero che “Breast is best”’ sempre e comunque? 

Ci sono un’infinità di ragioni per cui un genitore potrebbe scegliere di nutrire un neonato esclusivamente con un latte artificiale o integrandolo come supplemento al latte materno. Quel che è certo è che molti genitori, via via che si procede con l’allattamento, scoprono che il loro piccolo, mostra necessità che non sono sempre soddisfatte appieno dall’assunzione del solo latte materno.

Tuttavia, come è noto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) raccomanda: “l'allattamento in maniera esclusiva fino al compimento del sesto mese di vita. È importante, inoltre, che il latte materno rimanga la scelta prioritaria anche dopo l'acquisto di alimenti complementari, fino ai due anni di vita ed oltre, e comunque finché mamma e bambino lo desiderino”.


Sta di fatto che così sui due piedi, sullo 0 a 3 di una partita in cui certamente non figura seduta sulla panchina del team Ferragni & Co, Sarah Sobik, pediatra dell'Arkansas Children's Nutrition Center, se ne esce con alcune considerazioni che rimettono la palla decisamente in gioco. Ad esempio sottolinea come molte neo-mamme abbiano più spesso di quanto si creda, difficoltà a produrre abbastanza latte per i loro bambini o non ricevano un adeguato supporto per aiutarle ad allattare al seno. "L'allattamento al seno non è proprio una passeggiata” - dichiara - “ e raramente è facile per qualcuno." Per non scordare che alcuni bambini hanno uno stomaco particolarmente sensibile o soffrono di malattie metaboliche che richiedono l’ausilio di una dieta speciale. Ed ecco che, stando così le cose, derubricare il tutto a mera speculazione pubblicitaria e di visibilità, per tutti questi motivi e, per come vedremo nel prosieguo, non solo, il latte artificiale può essere una soluzione utile.


Nell’ambito dell’allattamento artificiale, fatto salvo l’assunto che l’aspetto più importante è garantire che i bambini ricevano un'alimentazione adeguata, grazie all’impiego di una formulazione sicura e stabile, gli svariati latti artificiali vengono venduti in polvere in virtù di una apparentemente infinita varietà di formulazioni per poi essere ricostituiti con acqua prima dell'uso. Come ovvio che sia, molti marchi pubblicizzano ingredienti specifici, ma la maggior parte di questi contiene gli stessi componenti di base. 

Concettualmente ma non solo, il latte artificiale è concepito come un sostituto completo del latte umano in grado di soddisfare tutte le esigenze nutrizionali dei bambini di età inferiore ai 12 mesi. A livello internazionale, i componenti richiesti per le formule sono stabiliti dal Codex Alimentarius (https://www.fao.org/fao-who-codexalimentarius/sh-proxy/en/?lnk=1&url=https%253A%252F%252Fworkspace.fao.org%252Fsites%252Fcodex%252FStandards%252FCXS%2B72-1981%252FCXS_072e.pdf), un insieme di linee guida e codici congiunti di buone pratiche per gli standard alimentari supervisionato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura e dall'OMS. Viene anche concessa l’opportunità che i singoli Paesi possono stabilire anche linee guida aggiuntive.

In totale, il codice elenca più di 30 ingredienti nutrizionali necessari per il latte artificiale, comprese vitamine e minerali, ma i tre costituenti principali restano i grassi, le proteine ed i carboidrati, ovvero i mattoni fondamentali di cui i piccoli hanno bisogno per crescere e svilupparsi.

Sempre secondo la Sobik, le formulazioni maggiormente utilizzate dovrebbero essere quelle a base di proteine del latte vaccino, con siero di latte e caseina. Saranno poi gli oli vegetali a rappresentare la fonte dei grassi ed il lattosio quella dei carboidrati.

Il codice specifica che, per una tipica razione di latte artificiale per lattanti si dovrebbero avere 1,8–3,0 g di proteine, 4,4–6,0 g di grassi e 9,0–14,0 g di carboidrati (in particolare lattosio o glucosio) per 100 kcal. L’FDA statunitense ha raccomandazioni molto simili.


Oltre ai principali elementi costitutivi della loro dieta, i bambini hanno bisogno di integratori di vitamine e minerali. Del resto comunque, anche i bambini nutriti con latte umano hanno bisogno di una fonte secondaria di vitamina D, che rappresenta un nutriente presente nel latte artificiale, insieme ad altri co-fattori ed elettroliti. Di questi micro nutrienti, sempre secondo la Sobik, il ferro è uno dei più importanti. Ciò è causato dal fatto che entro poche settimane dalla nascita le riserve di ferro tendono ad esaurirsi e quindi i bambini necessitano di una integrazione nella loro dieta. Negli Stati Uniti, la FDA richiede che tutti i latti artificiali siano massimizzati con 0,15 - 3,0 mg di ferro per 100 kcal, ovvero una forbice raccomandato dall'American Academy of Pediatrics. Il Codex Alimentarius invece, fissa il ferro minimo a 0,45 mg per 100 kcal.

Non vivendo sulla Luna, la Sobik non esita a riconoscere che il latte artificiale è ancora lontano dal ricalcare completamente la composizione del latte prodotto dall'uomo, dal momento che contiene anche ormoni della crescita, fattori immunologici e molti altri composti utili per aiutare un bambino a crescere. 


Feticci concettuali permettendo, comunque, anche il latte materno non è del tutto esente da problematiche. Non si dovrebbe ignorare, ad esempio, il dato di fatto che un possibile grattacapo del latte materno sarebbe che questo, in termini di composizione, risulterebbe sempre diverso da bambino a bambino. Questo perché il latte umano include i microbi e gli anticorpi di un genitore, che si differenziano nel corso della vita del bambino se non addirittura anche nel corso di una singola poppata. Chissà! Sarà forse improbabile realizzare una formula che riassuma completamente tutte le qualità del latte umano, eppure, rebus sic stantibus, i ricercatori stanno lavorando attivamente per colmare il divario tra il latte artificiale e il latte umano. Studi recenti indicano che un modo per farlo sarebbe quello di includere l'acido docosaesaenoico (DHA) e l'acido arachidonico (ARA), due acidi grassi polinsaturi a catena lunga che si trovano nel latte materno. 


Lo afferma Jim Richards, un ricercatore nutrizionista nonché vicepresidente della DSM, un'azienda che produce alcuni degli ingredienti maggiormente utilizzati negli alimenti per lattanti. I ricercatori hanno scoperto che sia il DHA quanto l’ARA, sono importanti per lo sviluppo del cervello durante il primo anno di vita (Dev. Psychobiol. 2018, DOI: 10.1002/dev.21780) e sono anche associati ad una maggiore acuità visiva nei bambini. (https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/dev.21780 - https://academic.oup.com/ajcn/article/91/4/848/4597288). La DSM li ottiene per fermentazione dalle alghe, quindi una fonte vegetale e sostenibile, per poi includerli negli alimenti per lattanti. Il DHA è spesso elencato chiaramente sull'etichetta del latte artificiale, mentre il Codex Alimentarius stabilisce che l'ARA dovrebbe essere incluso almeno in una concentrazione equivalente. Sebbene queste molecole siano utili per i bambini, la Sobik non manca di rimarcare come i latti artificiali che includono DHA e ARA, rappresentino in realtà un "bonus" per i genitori dal momento che i bambini sono in grado di  produrre autonomamente il proprio DHA a partire dall'acido α-linoleico. A scanso di equivoci comunque, sia il Codex che la FDA richiedono che tutti i latti artificiali contengano acido α- e γ-linoleico.


Insomma, che la certezza che tutte queste informazioni fossero e siano tuttora disponibili ad una ampia platea di mamme, appare sempre meno granitica, deinde de hoc satis. Che le polemiche fine a se stesse, (leggasi il post), continuino a produrre solamente risultati “imbarazzanti” è ormai diventato un mantra che non si capisce bene a chi possa giovare. E la cosa davvero preoccupante è che prima di lanciarsi alla carica lancia in resta, sarebbe il caso di mettere il naso la dove non si conosce senza supporre.

Sarebbe curioso, ad esempio, ma ancor più utile sapere in quanti, sempre in tema di latte artificiale yes or not, abbiano cognizione a riguardo degli oligosaccaridi del latte umano noti come HMO. Steven Townsend, un chimico organico della Vanderbilt University, ha diretto un team di ricerca che ha dimostrato come questi carboidrati complessi agiscano come probiotici nel latte umano, favorendo lo sviluppo di flore batteriche benefiche nell'intestino dei bambini e conseguentemente un rafforzamento del sistema immunitario. Ciò che rende la questione non proprio paritaria è che le concentrazioni di queste diverse molecole di zucchero variano in base ad una serie di fattori, tra cui la genetica di un genitore e l'età del bambino.


Resta il fatto, non propriamente sulla bocca di tutti che più o meno nello stesso periodo del post “incriminato”, la BASF, una delle maggiori compagnie chimiche al mondo, se ne usciva con un comunicato in cui si annunciava che sarebbe stata in grado di produrre, tramite fermentazione il 2'-fucosillattosio, l’oligosaccaride più abbondante nel latte materno tra i vari ( ne sono stati contati circa 200) oligosaccaridi del latte umano (HMO) e che per l’appunto, ricevette l’approvazione da parte della Unione Europea. Non proprio una quisquilia  dal momento che l’aggiunta di HMO al latte artificiale vorrebbe dire ridurre il divario funzionale con il latte materno. Ed il motivo è semplice visto che gli HMO favoriscono una risposta immunitaria equilibrata modulando la reazione infiammatoria e prevenendo l’azione di agenti patogeni a livello intestinale (https://cen.acs.org/business/food-ingredients/BASF-supply-human-milk-oligosaccharide/96/i31).


Al sottoscritto, di tessere l’elogio promozionale dei vari latti artificiali interessa da 0 a meno infinito, mentre riprendere i passi in avanti che la ricerca sta compiendo in questo settore mi garba eccome, se non altro per colmare un gap “culturale” con il latte umano che appare, stando alle evidenze mediatiche, come un totem su cui è improponibile anche solo disquisire. Sarebbe quindi da stolti tacere come Townsend, che parimenti alla Sobik non ha residenza satellitare, non esiti a precisare che l’estrazione e l’introduzione di questo zucchero relativamente semplice individuato tra l’intero mix di HMO non sia sufficiente per colmare completamente il divario tra latte artificiale e latte umano.

E prima che salti fuori dal sottobosco il “…si vabbè, però l’acqua”, meglio spendere due parole anche su quello che effettivamente non è un semplice dettaglio. Ebbene sì, al latte artificiale in polvere, la mamma deve aggiungere acqua purificata e sterile per essere miscelato correttamente (impresa tutt’altro che ciclopica). Motivo?… Se il latte artificiale non risultasse completamente omogeneo, il neonato non sarebbe in grado di digerire tutti i nutrienti, vanificando così qualunque miglioramento acquisito nel tempo con la ricerca.


Volendo mettere un punto a questa tematica, qualunque opzione un genitore scelga per nutrire il proprio figlio - latte umano, latte artificiale o un mix di entrambi - c’è da augurarsi che nessuno si imbatta in qualche muro di gomma che ragioni a prescindere, ma che piuttosto venga aiutato a scegliere quella che, caso per caso, potrebbe essere l’opzione migliore. La priorità numero 1 rimane sempre e comunque quella di assicurarsi che il bambino cresca bene e si sviluppi, e ciò può avvenire ANCHE grazie all’impiego dei latti artificiali. All’essere lasciati in balia della qualunque, ogni qual volta si procede “contro quanto codificato dal sistema”, ci si può anche adeguare, ma l’accettarlo è tutto un altro paio di maniche, e fortunatamente, ci stiamo avviando verso l’estate.;))



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