Comincio con il premettere che quando si parla di politici come Biden o Amato (non a caso, fortunatamente, destituito) la senilità non sembra essere uno dei loro punti di forza. Ma lasciamo perdere questo aspetto per un attimo. C’è chi utilizza ChatGPT come se fosse Google, cercando ricette per cucinare carciofi (che, ammettiamolo, possono essere preparati in un'infinità di modi deliziosi). Poi ci sono quelli che usano l'intelligenza artificiale per produrre materiale di natura più…”hard”. E non dimentichiamo coloro che si divertono a creare una modella artificiale su misura, perché, diciamocelo, a volte gli influencer reali possono essere un po inopportuni se non “dannosi”.
Insomma, viviamo in un'epoca in cui le possibilità sono infinite e ognuno può fare ciò che preferisce con le nuove tecnologie. Sono proprio queste eccentricità che rendono la vita interessante e piena di sorprese. Quindi, che tu sia un fanatico della cucina, un appassionato di materiale “hard”o un amante della moda virtuale, il mondo dell'intelligenza artificiale ha qualcosa da offrire per tutti.
Ah, gli influencer virtuali, la nuova frontiera dell'umanità! Ma lasciamo da parte la nostra socievole AI, ChatGPT, e concentriamoci sugli impatti che questa tecnologia sta avendo, o forse meglio, che avrà (sempre che non si ribellino e prendano il controllo del mondo, ma questa è un'altra storia).
Ovviamente, il cinema, il fumetto e i videogiochi sono i primi candidati quando si tratta di essere "ritoccati" grazie alle nuove tecnologie. Ma, sorpresa sorpresa, anche in altri settori meno glamour della nostra vita quotidiana l'IA fa capolino. Giusto per citarne qualcuno: social media, motori di ricerca e chi più ne ha più ne metta. Anche se dobbiamo ammettere che finora gli algoritmi non sono esattamente stati degli Einstein, ad esempio per quanto concerne Facebook. Ma hey… tutti hanno i loro momenti di down, giusto?
E qui entriamo nel meraviglioso mondo della statistica applicata, un luogo in cui ChatGPT si sente a casa. Gli dai una tabella di dati e in un battibaleno ti restituisce un codice magico per l'interpolazione. Basta un po' di copia-incolla da Excel, una spruzzata di richieste e boom, hai il tuo codice pronto all'uso. Ovviamente con Mathematica o Python i risultati sono ancora migliori. Questo link indica le principali differenze tra i due: https://mathematica.stackexchange.com/questions/86058/mathematica-vs-python-how-does-mathematica-compare-to-pythons-scientific-com. Insomma, un vero e proprio Harry Potter del coding.
Ma attenzione, non siate troppo fiduciosi nel lasciare all'IA il compito di scoprire nuovi farmaci. Sembrerebbe che l'azienda "punta di diamante" nel campo abbia avuto qualche piccolo intoppo. Sì, sembra che la drug discovery non sia proprio il loro punto di forza.
Credo di non peccare di presunzione se esprimo la considerazione che il nome David Parry ed il suo progetto Cyclofluidic dica, per molti, assolutamente nulla. Una storia di ambizioni e fallimenti, come spesso accade nel mondo dell'innovazione. Per cui ecco cosa c'era dietro a questo progetto tanto interessante (https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acsmedchemlett.9b00095). Il progetto/sistema Cyclofluidic mirava a creare il robot definitivo per la drug discovery, cercando di sostituire il lavoro umano almeno fino alla fase di sviluppo di un lead, la prima versione di un farmaco sperimentale. Il sistema prevedeva un sintetizzatore automatico collegato a un sistema di test biologici in serie. Non solo avrebbe generato dati sulle molecole e i risultati di quegli stessi test, ma avrebbe anche apportato modifiche alle molecole sintetizzate in base ai risultati ottenuti. In teoria, una serie di cicli avrebbe permesso di ottenere una molecola ottimizzata in base ai risultati del test biologico scelto.
Purtroppo, anche la versione più semplice di Cyclofluidic, con chimica e variazioni semplici, ha fallito nella fase di prototipazione. Il progetto ha cercato di reinventarsi con l'intelligenza artificiale, approfittando dell'entusiasmo generato dagli investitori e dalle applicazioni dell'IA nella drug discovery, ma alla fine ha dovuto chiudere i battenti. Nonostante ciò, c'erano investitori che avevano creduto nel progetto, anche se non quanto hanno dimostrato di credere in BenevolentAI, che ha raggiunto una capitalizzazione di ben 2 miliardi di dollari.
Questo ci fa capire che il capitale è sempre attratto da tutto ciò che promette di risparmiare sulla manodopera o addirittura eliminarla, proprio come ha amato l'automazione che mirava a sostituire il lavoro umano. Nonostante molti di questi investimenti si siano rivelati fallimentari nel corso degli anni, siamo sempre alla ricerca di nuove promesse da finanziare. Sembrerebbe che nel mondo degli investimenti, il sovravendere e poi non mantenere le promesse sia stato più redditizio dell'innovazione reale. Quest'ultima è spesso un processo incrementale, faticoso e soggetto a colpi di fortuna e sfortuna, quindi poco attraente dal punto di vista degli investitori.
D'altro canto, se guardiamo ai nuovi farmaci degli ultimi vent'anni, quelli davvero rilevanti, come gli antivirali e gli antitumorali, scopriamo che sono stati sviluppati principalmente dalle menti e dalle mani degli scienziati e degli operatori umani nell'industria, non da robot o IA. Questo ci fa riflettere sulla potenza dell'esperienza umana e sulla creatività che solo le menti umane possono offrire.
Quindi, anche se le nuove tecniche e l'IA possono fornire un supporto prezioso, non dobbiamo dimenticare l'importanza del lavoro umano e delle menti umane nell'innovazione farmaceutica. È lì che risiede la vera forza e il vero potenziale.
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