In un recente post ebbi a scrivere come “a ben guardare, sembrerebbe palese constatare come lo schieramento pro Putin sia andato gradualmente a coincidere con quello ex no-vax con relativi "scontri" comunicazionali, tra le opposte posizioni”. Condivisibile?…non lo so, ma di certo non sono stato l’unico ad aver notato la coincidenza. Ma ho anche aggiunto: “… se non fosse che stiamo scrivendo del prodotto di un messaggio sempre più volutamente scalcagnato, impreciso, volutamente confuso ed allarmista che, a seconda delle parti, ha come target una funzionale “echo chamber” e per cui alla propaganda di sistema si contrappone quella anti-sistema”.
Eppure non dovrebbe essere complicato capire che tra “Ah! Vaccini assassini” e “Vaccini nostro pane quotidiano” (non mi risulta che al mattino ci sia la fila di chi non vede l’ora di andare a farsi un bel vaccino in luogo del solito caffè, latte macchiato o cappuccino) le sfumature su cui posare l’occhio non sono certamente poche. Le stesse “sfumature” a cui dovremmo guardare ragionando sul conflitto Russia-Ucraina ( al di là di evidenti crimini da condannare per mera ovvietà ). Eh si, perché non è sempre cosi ovvio e semplice da spiegare il mondo reale come appare e spesso, quando lo si fa, può anche far male. E non tutto è così vero (o falso). Volete un esempio cult? Da ragazzino fui affascinato come molti miei coetanei da un film che raramente credo di aver rivisto in televisione. Il titolo era “I Guerrieri della notte” per la regia di Walter Hill. Ad una visione superficiale il film poteva rappresentare la “solita” lotta tra gang in una New York di fine anni 70. Ma la trama è tutt’altra. Cyus, un capobanda molto amato dai giovani newyorkesi dell’epoca viene ucciso poco prima dell’inizio di un mega-raduno di gangs. “Ovviamente” qualcuno fa circolare la voce che gli assassini sarebbero stati gli Warriors, una banda che si trovava dalla parte opposta della città. Da qui, la sceneggiatura si dipana tra una feroce caccia all’uomo portata avanti dalle variopinte bande di stanza in altri quartieri ed il ritorno a casa degli innocenti Warriors, in una macabra atmosfera scandita dalla cronaca della radio illegale che segue passo passo la gang, in un tripudio di eccentriche “divise” delle numerose gangs newyorchesi.
Quando al regista fu chiesto da dove avesse tratto ispirazione per il suo film, egli rispose semplicemente di aver riscritto in chiave moderna l’Anabasi di Senofonte (googolando a dovere, è facile reperire tutta la narrazione).
Eh no! Non è sempre tutto cosi ovvio e semplice come appare e, dall’empietà più assoluta alla santità beatificata attraverso i media è un attimo, come saltellare tra le caselle del Monopoli passando dal Via, dove per Via leggasi Verità. Che poi è come dire che 1+1 è sempre uguale a 2. Mica vero sa? Anche lì, dipende dal tipo di algebra a cui si guarda. Che si parli di scienza o di storia o di attualità, la solfa è sempre la stessa e ti saluto Punto Medio. Finiamola di rompere gli zebedei con queste "scienze perfettissime, queste “ricostruzioni storiche” veritiere a prescindere, ma che ti tirano per la giacca sino a farti barcollare, per portarti a destra o a manca a seconda di chi le propina. Finiamola di riempire la bocca di certezze di cui non si comprende un’emerita mazza. Basta! Alt! Stop!
Ed allora perché non rinunciare al concetto di Verità? Che se poi ci pensate bene, un aiutino a ragionare alla ricerca di quell’ormai perduto Punto Medio, ce lo potrebbe anche dare pur essendo in possesso di un limitato asset di argomenti cui fare appoggio, del tipo linguaggio binario dove più che 0 ed 1 non abbiamo. Del resto come possiamo attribuire la verità alle affermazioni fatte dalla scienza, dalla religione o dalla politica? Se non ricordo male il messaggio più noto del pensiero di Popper (noto filosofo / epistemologo) si traduce nell’osservazione che una teoria (scientifica per esempio, ma non necessariamente) deve essere falsificabile. Miiii…stai a vedere che adesso più di un “fenomeno”, corroborato da una tale inaspettata conferma, si produrrà nello sbandierare l’uguglianza: fake news = falsificazione (popperiana), concorrendo così per aggiudicarsi il Premio speciale della Giuria “Come Capire un Tubo”. Eheh…no, le cose non stanno proprio così dal momento che per falsificazione si intende la caratteristica di una teoria di poter essere confutata e quindi di “portare a teorie sempre più grandi e complesse in grado di spiegare un maggior numero di fenomeni e fornire gli strumenti per il loro controllo” (https://www.academia.edu/17823068/Falsificazioni_e_progresso_scientifico_Popper_scettico_ottimista).
Ecco quindi che l’occhio mi scappa sulle affermazioni di “oggi”, che per certi versi sono assai simili a quelli di un anno fa. Gridare a squarciagola che Putin sia “efferatissimo”, “crudelissimo”, “disturbatissimo” mentre Zelensky si dimostra “buonissimo”, “coraggiosissimo” e “correttissimo” così come i vaccini siano “buonissimi”, “efficientissimi” e “sicurissimi” oppure catapultandosi sulla riva opposta, per cui siano “pericolosissimi”, “velenosissimi”, “insidiosissimi” non risultano, seguendo il criterio suggerito da Popper, dichiarazioni a cui poter riconoscere una valenza “scientifica” atta a decretarne una universale veridicità.
Varrebbe forse la pena fare tutti un passo indietro, accantonare tutto ciò che suona come categorico, assolutistico e pregno di certezze, perché il rischio è quello di mandare ancora una volta a fa****o la ricerca del Punto Medio, giocando come i “Guerrieri” a fare la guerra con il rischio, a differenza del film, di perdere tutti quanti e ritrovarci al punto da cui siamo partiti.
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