PREMESSA: non tutto è no-vax, nel senso più estremista del termine.
Scrivo questo inevitabilmente lungo, dato l’argomento, post - diviso in due parti - , non per essere “politicamente corretto”, quanto per dimostrare, attraverso fatti storici, quindi accaduti, che non vi è nulla di nuovo in quanto assistiamo oggi come contestazione, a volte anche estrema, alla validità ed efficienza sia dei più recenti vaccini anti-Covid sia dei vaccini in senso lato, senza però con questo cadere nell’errore di voler ” fare di tutta l’erba un fascio”. Sin dalla fine del 1800 si possono rinvenire raffigurazioni in cui serpenti definiti “vaccination”, piuttosto che non vari scheletri, inseguivano giovani donne con in braccio il proprio figlio - vedi immagine del post.
Ciò dimostra che i movimenti in contrasto con le vaccinazioni, abbiano origini lontane nel tempo.
Resto, come premesso, convinto che, una personale, sia pur modesta, analisi storica possa, delineare come un sentimento spontaneo di gruppi contrari ai vaccini, non necessariamente debba sfociare in un radicale movimento che, sinteticamente, viene dai più etichettato come “no-vax”, ghettizzando l’informazione senza tener in considerazione le considerazioni motivazionali e storiche che ne sono all’origine. E tutto questo con il fine di ricercare un dialogo, piuttosto che un inutile muro contro muro, per rinvigorire o migliorare un processo di comunicazione ormai sovrastato da frange più estreme.
Torniamo quindi indietro nel tempo, a quando Edward Jenner, considerato il padre del vaccino contro il vaiolo, si accorse che le donne che mungevano le mucche, spesso contraevano dalle stesse una malattia lieve, chiamata cow pox, ossia vaiolo vaccino, caratterizzato da croste sulle mammelle delle vacche e che le rendeva immuni al vaiolo umano ben più clinicamente grave e pericoloso. Nel 1796 Edward Jenner prelevò del materiale contagiato e purulento dalle bolle provocate dal vaiolo vaccino di una mungitrice e lo inoculò in un bambino di otto anni di nome James. Il bambino non si ammalò gravemente e se la cavò con una piccola cicatrice sulla pelle ed un po’ di febbre. Trascorsi alcuni mesi, il Dr Jenner inoculò nel bambino il vaiolo umano, senza che questi manifestasse segni di malattia. Fu questa la prima risposta immunitaria attiva contro il vaiolo. Inutile dire che tutte le implicazioni che seguirono questa intuizione raccolsero pubblicamente molte critiche la cui logica spaziava dalle obiezioni sanitarie e religiose sino a quelle più rigorosamente scientifiche o politiche, tanto che molte persone si opposero decisamente perché credevano che tutto ciò potesse condurre ad una violazione della loro libertà personale, opinione che si diffuse ancor di più quando, successivamente, il governo adottò progressivamente politiche di vaccinazione obbligatoria.
Una legge promulgata nel 1853 stabilì la vaccinazione obbligatoria per i bambini fino a 3 mesi di età ed una successiva legge del 1867 estese quest’obbligo ai 14 anni aggiungendo sanzioni per il rifiuto del vaccino. Fu così che come risposta alle decisioni del governo cominciarono a circolare diverse pubblicazioni periodiche contrarie ai vaccini ( https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1123944/ ) e si formarono i primi due movimenti anti-vaccino, ossia la Anti Vaccination League e la Anti-Compulsory Vaccination League.
La città di Leicester divenne presto un covo di attivisti anti-vaccino e sede di molte proteste e la dimostrazione di Leicester del marzo del 1885 rappresentò una delle più famose manifestazioni anti-vaccinazione con oltre 80.000-100.000 partecipanti.
Tutte queste manifestazioni nonché l'opposizione che giungeva da più parti verso i vaccini portano allo istituzione di una commissione con lo scopo di studiare i benefici della vaccinazione. Nel 1896 la commissione stabilì che la vaccinazione proteggeva dal vaiolo, ma suggerì di rimuovere le sanzioni per la mancata vaccinazione. Quello che viene tutt’ora definito Vaccination Act del 1898 rimosse le sanzioni ed incluse una clausola definita di “obiezione di coscienza", in modo tale che i genitori che non credevano nella sicurezza o nell'efficacia della vaccinazione potessero ottenere un certificato di esenzione. ( https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1123944/ ).
Contestualmente, Verso la fine del XIX secolo, anche negli Stati Uniti le epidemie di vaiolo portarono a campagne di vaccinazione contrastate anche qui da organizzazioni contrarie ai vaccini. Nacque così l’Anti Vaccination Society of America, fondata nel 1879, a seguito della visita in America del principale anti-vaccinazionista britannico William Tebb a cui si aggiunsero la New England Anti-Compulsory Vaccination League (1882) e la Anti-vaccination League di New York City (1885). Grazie al fiorire di queste organizzazioni gli anti-vaccinazionisti americani intrapresero alcune controversie giudiziarie per abrogare le leggi sulla vaccinazione in diversi stati tra cui California, Illinois e Wisconsin.
Nel 1902, a seguito di un'epidemia di vaiolo, il Consiglio Sanitario della città di Cambridge, nel Massachusetts, ordinò a tutti i residenti della città di essere vaccinati contro il vaiolo, ma un cittadino , tal Henning Jacobson rifiuto’ la vaccinazione adducendo che la legge violava in tal modo il suo diritto di prendersi cura in prima persona del proprio corpo e come reazione lo Stato a nome della città sporse denuncia contro di lui. Jacobson ricorse in appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Nel 1905 la Corte si pronunciò a favore dello Stato, stabilendo che lo Stato poteva emanare leggi obbligatorie per proteggere la collettività in caso di malattie trasmissibili. Questa fu in sostanza, la prima sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che sanciva una autorità degli Stati a tutela del diritto della salute pubblica. ( Gostin, L. Jacobson vs. Massachusetts at 100 years: Police powers and civil liberties in tension. AJPH. 2005;95:576-581. Accessed 01/10/2018 e Albert, M., Ostheimer, K.G., Breman, J.G. The last smallpox epidemic in Boston and the vaccination controversy N. Engl. J. Med. 2001;344. Accessed 01/10/2018 ).
Non c’è che dire, anche una ricostruzione storica, basata su evidenze bibliografiche, assume sempre ben altra valenza rispetto alle “chiacchiere”. ;)).
E’ ragionevole pensare che la diffidenza delle persone nei confronti dei vaccini nel corso del XIX secolo, ma anche successivamente, nascesse dal fatto che benché la vaccinazione avesse prodotto fin da subito benefici di gran lunga superiori ai rischi, per molto tempo fu un atto medico che dallo sviluppo alla somministrazione, venne condotto in condizioni non certamente sicure rispetto a quanto non lo siano oggi. Le condizioni igieniche in cui veniva praticato non erano assolutamente ottimali e ciò aumentava il rischio di sviluppare patologie secondarie, senza contare che gli effetti collaterali potevano essere molto spesso spiacevoli e prolungati nel tempo, con il rischio che si potesse anche perdere il posto di lavoro a causa della convalescenza. Nel corso della seconda metà del Novecento, grazie al fatto che la ricerca mise a disposizione un numero considerevole di vaccini per contrastare altrettante patologie, aumentarono decisamente le campagne di vaccinazioni. Purtroppo, non furono sempre “rose e fiori” e ci si trovò a volte di fronte ad impreviste battute di arresto che se da una parte fornirono argomenti agli ambienti contrari ai vaccini, dall’altra permisero di affinare le tecniche migliorando le procedure di controllo e sviluppo, assicurando più elevati standard igienici.
Una di queste battute di arresto, ad esempio, si verificò quando a Lubecca, in Germania, nel 1929, un lotto contaminato del vaccino antituberclare, causò il decesso di ben 72 bambini, dando vita a numerose azioni legali ( “A disaster caused by use of Bacillus Calmette-Guérin (BCG) for tuberculosis vaccination struck the German city of Lübeck” - National Library of Medicine:
Timeline Category- Diseases & Vaccines ). Tutto ciò causò sia una fibrillazione del sentimento anti vaccinista che un deciso arresto delle campagne di vaccinazione contro la tubercolosi. Campagne che ripresero solo dopo gli anni Cinquanta/Sessanta, coadiuvate dall’azione di numerosi quanto efficaci farmaci antitubercolari.
Attualmente la vaccinazione antitubercolare è obbligatoria per i bambini residenti in zone fortemente endemiche, ed il vaccino è noto come BCG (bacillo di Calmette Guérin) e possiede un'efficacia vicina all’ 80% nella prevenzione delle forme gravi infantili.
( somministrato in età adulta è inefficace ).
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