venerdì 10 giugno 2022

UN’IMMAGINE “CHIMICA” DELLA FULIGGINE PER SPIEGARE IL COMBUSTIBILE PER AVIAZIONE SOSTENIBILE (SAF)


In tempi in cui il volume totale del combustibile per aviazione utilizzato ed il relativo quanto significativo aumento di prezzo, non costituiscono semplici dettagli, è utile spendere qualche parola per scrivere di SAF ( Sustainable Aviation Fuel). Con questo acronimo le compagnie aeree cargo e passeggeri hanno individuato la colonna portante per poter raggiungere gli aggressivi obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio che si sono prefissate. Per SAF si intende un biocarburante o combustibile per aviazione sostenibile, su cui molto si sta investendo in virtù, per quanto ho già detto, delle sue minori emissioni nette di carbonio. 

Allo stato attuale, grazie a svariati processi chimici, il SAF viene prodotto a partire da una varietà non indifferente di materie prime e prodotti di scarto (ma per precisione occorrerebbe anche far riferimento agli e-carburanti o e-Fuel sintetici). Sono 7 le fonti primarie che possono portare alla produzione di SAF e per l’esattezza (i) Fonti ricche di cellulosa quali i residui dell'eccesso di legno, prodotti agrari e residui forestali, (ii) Olio da cucina usato, tipicamente derivato da grasso vegetale o animale che è stato utilizzato per cucinare, (iii) Camelina una pianta robusta che cresce ovunque con un alto contenuto di olio lipidico e che richiede poca energia, mentre i suoi semi possono essere utilizzati in vari modi, dalla produzione di olio al mangime per gli animali, (iv) Jatropha, una pianta tossica I cui semi vengono utilizzati per produrre bio-diesel, (v) Alofite, un’ erba di palude, (VI) Alghe, piante microscopiche che possono essere coltivate in acque inquinate o salate, deserti e altri luoghi inospitali. Le alghe prosperano grazie all'anidride carbonica, (VII) Rifiuti solidi urbani, essenzialmente spazzatura proveniente da famiglie e imprese. Ad esempio, imballaggi di prodotti, erba tagliata, mobili, vestiti e bottiglie.


Un vantaggio indiscutibile del SAF è che brucia in modo molto più “pulito” del normale carburante per aviazione, ossia un combustibile a base di petrolio, o miscele di petrolio e combustibili sintetici dove, a seconda del tipo di aereo, abbondano cherosene o benzina. Questo perché circa il 20% / 30% del normale carburante per aviazione è costituito da idrocarburi aromatici come naftalene ed etilbenzene, che bruciando non completamente, formano più fuliggine di quanto non avvenga tipicamente con alcani lineari, ramificati e cicloalcani. La buona notizia è che la maggior parte delle metodiche chimiche per produrre SAF non da luogo a composti aromatici, ad eccezione dell'idro termolisi catalitica (CHJ).

Siamo a cavallo quindi! Non proprio, perché dal momento che i composti aromatici del normale carburante per aviazione fanno gonfiare le guarnizioni e altre parti in gomma o plastica degli aerei, i motori e le componenti strutturali adibite al rifornimento sono stati progettati e dimensionati in origine per poter far fronte e prevenire questo inconveniente. Ciò implica che, almeno per il momento, il SAF necessità di un “plus” di idrocarburi aromatici ottenibile ad esempio per miscelazione con una sia pur minima quantità di normale carburante per aviazione.


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