venerdì 16 luglio 2021

MUTAZIONI, PROTEZIONE DALL’INFEZIONE E/O DALLO SVILUPPO DELLA MALATTIA E TEST DI NEUTRALIZZAZIONE ANTICORPALE.


 


                                                            PREMESSA

Mi rendo sempre più conto che si dovrebbe porre la giusta attenzione a cosa e come lèggiamo/ascoltiamo, interpretando notizie/articoli/interviste che ogni giorno rimbalzano tra quotidiani e televisione. 

Faccio un esempio: se uno studio dimostra che gli anticorpi indotti dalla vaccinazione hanno una diminuita capacità “in vitro” di neutralizzare le VARIANTI di Sars Cov 2, NON SI SOSTIENE che tali varianti siano capaci di eludere il vaccino e che gli anticorpi prodotti non abbiano attività su tali variant!     ⛔️

Significa semplicemente che se ci si trova in presenza di una variante, la capacità di neutralizzazione può essere ridotta, pur rimanendo parecchio significativa. 


                    

                                                              PERCHÉ?

1. In laboratorio vengono pre incubati campioni di siero a diluizioni diverse uniti ad una quantità conosciuta di virus ( coltura cellulare infetta ).

2. Questi campioni vengono poi posti a contatto con le cellule in grado di contrarre l’infezione.

3. RISULTATO A: se il siero NON manifesta anticorpi neutralizzanti—-> il virus non è neutralizzato—-> il virus infetta la cellula—-> il virus causa l’effetto patologico (citotossicita’).

4. RISULTATO B: se il siero presenta anticorpi neutralizzanti l’effetto patologico non si manifesta e si riesce a capire quindi quale sia la diluizione maggiore, capace di neutralizzare il virus. 


                                                             SPIEGAZIONE 

I campioni di siero possono avere una capacità neutralizzante a diluizioni diverse, del tipo: 1:40, 1:80, 1:160, 1:320 ecc. 

Ovviamente un campione di siero neutralizzante ad una diluizione di 1:320 sarà “ più potente” del campione di siero   che neutralizza ad una diluizione 1:40 ma tuttavia ancora capace di impedire l’infezione cellulare, contenendo anticorpi neutralizzanti sia pure ad attività ridotta ma non assente, rispetto ai campioni di siero “più potenti”. 


                                                   COSA SUCCEDE “IN VIVO”.

Ci sono due eventualità:


a] il nostro corpo entra in contatto con il virus (infezione naturale) 

b] il nostro corpo entra in contatto ( indotto ) con una parte della proteina Spike ( vaccinazione ). 


In questo ultimo caso, ANCHE IN PRESENZA DI MUTAZIONI, che complicano il riconoscimento, produrremo anticorpi neutralizzanti in grado di riconoscere almeno 5/6 parti della proteina Spike, per cui anche una minima quantità di anticorpi neutralizzanti ( i sopra indicati campioni di siero che “in vitro” hanno capacità neutralizzante con bassa diluizione, tipo 1:40 ) è sufficiente a fornire una protezione dall’infezione e/o una protezione dallo sviluppo della patologia. 


 NOTA A MARGINE 

Secondo molteplici studi, diversi agenti virali, sono in grado di reinfettare. In questo caso tuttavia: 

- l’infezione resta ( di solito) asintomatica. 

- La reinfezione diminuisce di molto la capacità dell’individuo infetto di trasmettere a sua volta l’infezione.

- Si stimola maggiormente l’immunità, predisponendo ad una maggiore capacità di difesa. 


Senza dimenticare il ruolo della risposta mediata dai linfociti T, che hanno il compito di riconoscere le cellule infettate e di eliminarle (e con esse il virus).

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