ASTRAZENECA UN PO’ DI CHIAREZZA.
Per chi, giustamente, si sente disorientato leggendo messaggi comunicazionali non propriamente “illuminati”. Ed a tutti coloro i quali, pur non avendo la benché minima conoscenza tecnica e scientifica, a dispetto di una grammatica pressoché farlocca, si ergono ad anatomopatologi emettendo sentenze prive di alcun riscontro oggettivo.
«Non si tratta di un errore su cui si sta facendo dietrofront né di un cambio repentino di idee. Semplicemente stanno cambiando i tre parametri principali sui cui Ema ha dichiarato fin dall’inizio di basarsi quando concesse il via libera ad Astrazeneca e a tutti gli altri vaccini fino ad ora autorizzati.
Ai tempi del via libera Ema ha pubblicato tabelle molto chiare sui criteri di autorizzazione chiarendo che avrebbero inciso sulla decisione dell’utilizzo a seconda della situazione epidemiologica. Il primo criterio è la circolazione del virus, attualmente siamo in quella che nelle tabelle è definita come “bassa diffusione” con un tasso di incidenza di 50 casi per 100 mila abitanti. Quando si arriva a una condizione del genere i benefici e i rischi si modificano radicalmente. Il potenziale rischio del vaccino aumenta e il potenziale beneficio diminuisce perché diminuisce il rischio stesso di malattia. Questa diminuzione avviene per fasce d’età. È quindi una questione di proporzione, più il virus circola più è probabile che il rischio legato all’infezione sia superiore a quello comportato dal vaccino. Se Covid-19 circola poco come in questo momento accade il contrario è cioè che il rischio comportato dal vaccino, nelle fasce basse d’età, rischia di essere identico a quello di Covid grave. Cosa che non succede negli anziani, in cui gli effetti del virus rimangono enormemente superiori rispetto a quelli del vaccino.
Il secondo è quello della disponibilità di altri vaccini. Un valore decisamente cambiato rispetto a quello di qualche mese fa quando in assenza di altri strumenti è stato fondamentale utilizzare anche Astrazeneca, considerando un rischio assoluto molto basso. Il terzo parametro che si è modificato drasticamente soprattutto nelle ultime settimane è quello della terapie intensive. Le unità di rianimazione si stanno svuotando. Per tutte queste ragioni ora vale la pena di iniziare a personalizzare un po’ di più la somministrazione dei vaccini.”
Proff. Guido Rasi, per nove anni direttore di Ema e per tre anni di Aifa.
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